Ho davvero bisogno di vendere?.

La prima domanda che dovrei farmi quando sto per vendere la mia abitazione è la seguente: è indispensabile farlo o è solo un impulso del momento?
Le motivazioni di vendita sono tante, e ne elencherò alcune, escludendo gli scapestrati tentativi di trovare “l’amatore” o le sperimentazioni a discapito del prossimo solo per sondare il valore del proprio immobile:
- tuo figlio sta crescendo e ha bisogno di una stanza tutta sua;
- tuo figlio è andato via e ti basta una stanza in meno;
- la casa ormai è troppo grande ed hai bisogno di ridimensionarti;
- devi cambiare zona o città (per lavoro, per i figli, ecc);
- hai bisogno di uno spazio esterno che ora non possiedi;
- vivi in una casa troppo buia e ne vuoi una più luminosa;
- sei stanco dei rumori del piano superiore e vuoi un attico;
- ti serve liquidità per saldare dei debiti o per aprire un’attività;
- vuoi una casa più piccola ed un’altra per ricavare una rendita;
- sei stanco della proprietà e vuoi andare in affitto;
- ti ritrovi una casa di troppo e preferisci liberartene;
- hai ereditato una casa, non vuoi affittarla e preferisci utilizzare il ricavato della vendita per fare altro;
- devi vendere necessariamente perché siete tanti eredi e nessuno di voi è interessato a riscattarla o a metterla a reddito;
- hai una casa inutilizzata e sei stanco di pagare tasse, condominio, manutenzione e quant’altro;
- eccetera.
Se non si rientra in almeno una delle suddette casistiche, è vivamente sconsigliabile tentare una vendita.
È molto importante capire se si ha un reale bisogno di vendere, perché, quanto più forte sarà la motivazione, tanto più si asseconderanno quelle dinamiche di mercato che porteranno alla conclusione dell’affare.
Quando non esiste una reale motivazione, ma vorresti vendere solo per soddisfare capricci talvolta irrealizzabili, come, per esempio, vendere un bilocale in periferia per comprare un trilocale in centro senza metterci sopra una differenza, la prima cosa che farai sarà quella di chiedere un prezzo che sfugge completamente alle logiche di mercato, con la conseguenza di non suscitare il minimo interesse e non avere alcun beneficio.
Quelli che vendono senza avere la necessità di concludere l’affare lo fanno quasi sempre per dimostrare, anche per gioco o per scommessa, che il prezzo lo decidono loro e non il mercato, oppure lo fanno per “non vendere”.
Cosa vuol dire quest’ultima cosa?
Si potrebbero raccontare tante situazioni, ma pensate, per esempio, agli eredi, dei quali uno vuole riscattarla a basso prezzo e gli altri non sono d’accordo. La casa si metterà in vendita e lui remerà contro, imponendo la realizzazione di un prezzo irrealizzabile per sfiancare gli altri eredi e vincere la sua causa.
Chiaramente esistono anche coloro che sono motivati alla vendita, ma che non vogliono sentire ragioni e mettono le case “fuori mercato” perché credono davvero di poter ricavare quella cifra.
Trattasi di quella categoria di venditori che, dopo mesi di visite a vuoto che porteranno solo a discussioni con i compratori e ad innumerevoli “ci penso”, inizieranno ad accampare giusificazioni del tutto personali , come “ so che vale quello che chiedo ma la gente non ha soldi” oppure “ in giro ci sono solo perditempo”.
Il rischio che si corre è che, se nel frattempo subentrerà la necessità di trovare un acquirente a stretto giro, si sarà costretti anche a svendere, perché la casa avrà oramai perso l’effetto novità e l’appeal tipico delle cose appena immesse sul mercato, che permettono di ricavare il miglior prezzo.
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